Quali problemi possono nascere dopo un’estrazione?
A volte dopo l’estrazione di un dente possono nascere dei problemi che a prima vista non sembrano correlati a questa perdita. Dopo un po’ di tempo si può iniziare a soffrire di uno strano fastidio: una sensazione di testa vuota, non una vera e propria vertigine, diciamo più una sensazione simile a ciò che si proverebbe camminando sulle nuvole.
Niente di invalidante, un po’ fastidioso ma tollerabile. Magari in seguito si potrebbe soffrire di mal di testa, che magari si curerà buttando giù una pillola di antidolorifico. Quindi si inizierà ad avere male al collo e ci si sveglierà con qualche contrattura.
Che cosa è successo?
A causa della estrazione, i denti dell’arcata opposta, non trovando più il contatto con quello mancante, hanno iniziato pian piano ad allungarsi, mentre i denti vicini alla zona della estrazione hanno iniziato a spostarsi verso lo spazio vuoto. Insomma, si sta alterando il tavolato occlusale, cioè il rapporto dei denti fra loro, provocando interferenze occlusali.
Tradotto in poche parole: i denti si toccano male tra di loro.
Questo si traduce nel fatto che ogni volta che si toccano quando chiudiamo le arcate, fatto che avviene una volta a minuto quando inghiottiamo la saliva, e che deve durare una frazione di secondo, inizia a durare tempi sempre più lunghi.
Per cui i muscoli della chiusura rimarranno sempre per più tempo in tensione, contratti, e alla lunga creeranno uno stato di irritazione cronica con un eccesso di formazione di sostanza acida. Un po’ come l’acido lattico che si accumula nei muscoli quando li sforziamo troppo.
In più i muscoli sempre contratti tengono chiuse le vene e i vasi linfatici impedendo il deflusso del sangue che porterebbe via queste sostanze tossiche.
Quindi non solo si producono una gran quantità di sostanze capaci di produrre malessere, ma se ne impedisce la loro eliminazione. Ecco spiegato il meccanismo della comparsa della sintomatologia.
L’alterazione della chiusura dei denti si ripercuote anche sulla posizione della mandibola, che trovandosi in diretta relazione col cranio tramite l’articolazione Temporo-Mandibolare, determina la sua dislocazione, precisamente verso l’alto e all’indietro.
Ciò determina una compressione dall’esterno a carico delle strutture dell’orecchio, con comparsa di dolore senza segni di otite, prurito interno e un senso costante di orecchio ovattato.
Di tutto questo si occupa l’odontoiatra che si è perfezionato nello studio della Gnatologia, una branca dell’arte dentale che aiuta a risolvere problemi a prima vista non imputabili ai denti, ma che talvolta hanno origine nella bocca.