Sto consumando i denti perché digrigno. Cosa posso fare?
Il digrignamento dei denti (anche detto bruxismo) è tipico nei pazienti, sia adulti che bambini, quando sono sottoposti a stress o comunque ad una forte tensione emotiva trattenuta, che viene scaricata mediante il serrare tra di loro mascella e mandibola, oppure sfregando i denti superiori e inferiori.
Questa situazione patologica, se non risolta, comporta fastidi, disagi e infine veri e propri dolori, oltre che gravi danni ai denti stesi che vengono lesionati da questo comportamento scorretto. All’inizio si può sperimentare un risveglio al mattino con la mandibola dolorante, poi arrivano mal di testa frequenti, emicranie e tensione muscolo-scheletrica alla cervicale.
Il primo passo è lo scoprire se esiste il problema. In questo contesto la visita dal dentista è determinante.
È il professionista (l’ideale è un odontoiatra gnatologo, specialista nell’individuazione e trattamento di questi casi) che verifica se è presente una malocclusione che porta ad un’eccessiva usura dei denti o comunque al loro indebolimento patologico, in particolar modo di molari e premolari, che sono i primi a subire gli effetti di questa pratica vitale scorretta.
In quanto alla risoluzione del bruxismo, questa muove a due livelli: uno psico-relazionale e uno clinico. Infatti il dentista può intervenire con mezzi tecnici, ad esempio consigliando un “bite” con funzioni di contenzione e protezione, che permettono di far rilassare la muscolatura di mandibola e collo posizionando le arcate in modo corretto.
Il bite è una mascherina di resina trasparente, che va posta tra i denti dell’arcata superiore e inferiore, in modo da proteggere lo smalto e ridurre gli effetti del digrignamento e contemporaneamente eliminare le interferenze fra i denti che creano la malocclusione.
Se la causa ha origine psicologica o sociale, ad esempio connessa a questioni irrisolte a lavoro, in famiglia o comunque nell’ambiente in cui si vive, l’intervento del professionista odontoiatra porterà solo ad un parziale successo. Sarà una diga temporanea per un fiume che continuerà a scorrere impetuoso in maniera errata.
È bene sapere che il bruxismo colpisce maggiormente nel sonno proprio perché è là che tutte le tensioni psicologiche, l’aggressività repressa e lo stress si liberano, non più bloccati dalle convenzioni sociali o dalle barriere mentali che manteniamo quando ci troviamo in stato di veglia.
Questo motivo rende la patologia molto subdola e difficilmente avvertibile dal paziente, che è il primo a non voler affrontare le cause “emozionali”, prima che fisiche, del suo problema.
Alcuni suggerimenti per capire se si è affetti da bruxismo sono questi:
- Arcate dentali che combaciano tra loro, senza più spazi naturali.
- Mandibola indolenzita al risveglio.
- Sentirsi molto stanchi la mattina.
- Dolori cronici alle spalle o al collo.
- Dolore/fastidio quando si sbadiglia o si apre molto la bocca per mangiare.
- Bocca secca.
- Ipersensibilità dei denti al caldo o al freddo.
- Superficie dei denti troppo piatta o canini troppo affilati.
Una maggiore attenzione al proprio stile di vita, diminuendo le fonti di stress o di competizione eccessiva, la riduzione del consumo di sostanze eccitanti come caffè, fumo e alcol, soprattutto prima di andare a dormire, possono aiutare nella guarigione.
Anche alcuni cibi andrebbero limitati durante la terapia, come farine e zuccheri raffinati, bibite zuccherate o gasate, cibi fritti o acidi. Tutti loro indeboliscono lo smalto e aumentano i danni dovuti al bruxismo. Si possono invece bere tisane o infusi rilassanti, sempre per agevolare il rilassamento mentale e muscolare in vista del sonno.